Autore: Claudio Gregorat
Scritti di Claudio Gregorat

Evoluzione dell’intelligenza

Fra le facoltà “primarie” ricevute in dono dalla divinità – i “talenti” evangelici – si possono senz’altro indicare: intelligenza amore
Secondo la Genesi, l’Intelligenza, dalla quale deriva la “conoscenza del bene e del male” è stata promessa all’uomo da Lucifero, in piena inconsapevolezza.
L’Amore invece deriva dall’Essere Divino del Cristo, che era agente fin“dal primo principio
Un detto di Rudolf Steiner suona:
“Die Erkenntnis ist das Licht “La conoscenza è la luce
und die Liebe dessen Waerme” e l’Amore il suo calore“
Ora l’intelligenza luciferica, nel corso dei millenni, è divenuta facoltà “umana”.
E’ così opportuno risalire fino al “primo principio”, e porsi la domanda:
“cos’è l’ Intelligenza?”
e, a domanda essenziale, risposta essenziale:
“l’Intelligenza è AZIONE della divinità”
la quale si esplica chiaramente nella “creazione”. Il creare è un”azione”, un “atto”, non un pensiero, come a tutta prima potrebbe sembrare a noi uomini.
La formula biblica:
“In principio Dio creò il cielo e la terra………”
“Iddio disse: <sia la luce> e la luce fu.
Vide Iddio che la luce era buona
E la separò dalle tenebre…………”
È chiaro che si tratta di un “atto, azione”. I
In questa proposizione abbiamo due termini:
la creazione il giudizio
La Divinità “prima” crea, agisce e dopo
la giudica “buona”(cattiva, insufficiente, esagerata, ecc.) che è un “giudizio intelligente” derivato da percezione. Il giudizio sancisce e qualifica la creazione che è, in questo caso, compiuta da un “atto intelligente” insito, per principio intrinseco, nel creare stesso,nell’ agire. Quindi:
“Intelligenza è Azione”
In Tommaso d’Aquino leggiamo di un simile indirizzo di pensiero:
“L’intelletto angelico è sempre in atto rispetto ai propri intelligibili, per la vicinanza al Primo Intelletto che è ATTO PURO”.

Qui dobbiamo fermarci per una considerazione essenziale: cosa significa “Dio”?chi è? In fondo è un termine vaghissimo che dice tutto e nulla, del quale è impossibile formarsi una qualsiasi immagine.
Ora il testo biblico recita:
“Bereschit barà ELOHIM, ha schiamaim weth ha aretz”
dove Elohim – che corrisponde alle Exusiai greche e alle Potestà latine – è il plurale di Eloha (per gli arabi Allah). Quindi Elohim vuol dire “Dei” – parecchi Esseri spirituali e non uno solo.
Quindi la traduzione corretta sarebbe:
“Nel primo principio le Potestà-Elohim crearono……”
dal che si evince che la creazione non dipende da UN SOLO DIO, ma da un COLLEGIO DI DEI, da una “coorte di Esseri” come dice Rudolf Steiner in <Gerarchie spirituali>. Qui tralasciamo la spiegazione della traduzione al singolare. Quindi:
la creazione è un’AZIONE dovuta ad un consesso di Entità spirituali
Non è forse questo che intendeva Goethe nel Faust, scena dello “studio”, con le parole:
“Sta scritto: <In principio era la Parola>
…………………………………………….
“Sta scritto: <in principio era il Pensiero?”
……………………………………………..
Quel che tutto crea e opera, è il Pensiero?
Dovrebb’essere: <in principio era l’Energia>
………………………………………………….
………………………..Ecco che vedo chiaro
e, ormai sicuro, scrivo: <In principio era l’AZIONE>

Intuizione formidabile dopo tanto cercare! Formidabile e corretta, veritiera. E
AZIONE INTELLIGENTE,
dal momento che l’universo è creato sul principio dell’: ordine, numero, misura e peso.
E’ molto significativo il processo compiuto da Goethe, che partito da un’espressione del <sentire> nella Parola, passa per il <pensare>, che ancora non lo soddisfa, per terminare con un’espressione del <volere-agire>, nel quale coglie la realtà della creazione.

Ma CHI esplica queste <azioni creatrici universali?> è la domanda successiva. La creazione dell’universo, secondo l’astrofisica, pare essere un evento automatico condot-
to dalle cose in se stesse – in questo momento vi è la manìa delle forze nucleari in atto, che “qualcuno” dovrà pure mettere in movimento – o forse per autogenerazione: non si sa, non viene detto perché non si sa. Quel che si sa, è che non interviene nessun Essere, Entità Creatrice Divina. Tutto è sempre <anonimo>, secondo la direzione arimanica. Come la materia in se stessa pensa, così l’universo, in se stesso, si autogenera e autodistrugge.
Anche se i miti di tutti i popoli, le leggende e saghe attestano della Presenza Divina, per la “scienza”, sono fantasie “non fisicamente dimostrabili”, quindi inesistenti.
Esempio: vediamo un uomo il quale ha un impulso interiore a gettare un sasso per colpire qualcosa. Questa è la visione realistica totale, che considera il moto “interiore” di un uomo, che porta al gesto “esteriore” di lanciare un sasso. Ma ora interviene un’altra visione ridotta al solo elemento fisico: la mano che lancia il sasso e questo compie una parabola, che si può misurare, ma non vede l’uomo ed il suo moto interiore. Vedendo solo il sasso, dovrà escogitare varie teorie per comprendere la sua traiettoria, velocità, massa, tempo, ecc. Questa è la scienza fisica, la cui <verità> è quindi solo parziale.
L’uomo “agente” viene dimenticato, così come gli Esseri divini nella formazione dell’univer
so. L’azione delle Gerarchie è “specifica” nel senso che ognuna di esse agisce secondo la “norma del proprio essere, le leggi della propria natura”.
Cosa significa? Esempio: l’usignuolo canta secondo la sua norma o natura e non può fare altro; così il cane abbaja e la mucca rumina. Il castoro, il passero, la rondine, costruiscono il loro nido con una sapienza e tecnica incredibile, e lo fanno secondo la loro “norma”.
Così le Entità Spirituali: ognuna opera secondo la sua natura. I Troni emanando il “calore”
come espressione di sacrificio di sé stessi, entro la cerchia zodiacale formata dai Cherubini. Le Dominazioni emanano sé stesse come “saggezza”, creando l”ordine” e lo “spazio”; i Principati creano il “tempo” come espressione della loro norma: difatti sono chiamati “Spiriti del tempo”; gli Arcangeli emanano “luce”, e così via.
Così, nella realtà, l’universo viene creato da una quantità inverosimile di Esseri Spirituali, che vi contribuiscono con la “loro norma”. Per una visione olisitica sull’argomento, consultare “Le <Gerarchie spirituali” di Rudolf Steiner.
Ora, sembra di dire qualcosa di assurdo con questa parole, soprattutto per uno scienziato, un filosofo, in quanto la cultura presente ritiene sorpassata una conoscenza del genere: che ritroviamo in Paolo di Tarso, Dionigi l’Aeropagita, suo discepolo, in“Gerarchie celesti”, in Tommaso d’Aquino in “De divinis nominibus”, in Dante Alighieri, nel XXVIII° canto del Paradiso.
E ancora, nella canzone prima del <trattato secondo> del Convivio, Dante esprime chiaramente il carattere di “azione” dei Principati, con le parole:
“Voi che ‘ntendendo il terzo ciel movete
udite il ragionar ch’è nel mio core”.
“Adunque dico che la canzone proposta è contenuta da tre principali parti. La prima…ne la quale s’inducono a udire ciò che dire intendono certe “intelligenze”; o vero, per più usato modo, volemo dire Angeli, le quali sono a la “revoluzione” del cielo di Venere, sì come “movitori” di quello………”
“Poi ch’è mostrato quale è questo terzo cielo……resta da dimostrare CHI sono questi che’l muovono……..sono sustanze separate da materia, cioè intelligenze, a le quali la gente volgare chiamano “Angeli”( e poi cita Aristotile).
“Altri furono, sì come Plato, uomo eccellentissimo, che puosero non soltanto tante intelligenze quanti sono i movimenti del cielo, ma eziandio quante sono le spezie delle cose….”
“E volsero che sì, come intelligenze de li cieli, sono generatrici di quelli, ciascuna del suo…
“….noi vedemo quelle avere la beatitudine de la vita attiva del governare………..”
In queste parole vien detto molto chiaramente che alcune “intelligenze celesti” – i Principati – “operano”, “agiscono” sul pianeta Venere “muovendolo”. Quindi, il moto planetario è dovuto ad “azione intelligente” di svariate Entità Spirituali, e non dal “caso” o dalle “cose in se stesse”. Se volessimo, per ipotesi, assumere per buona la recente teoria del “big-bang”, vi sarebbe da chiedersi CHI ha posto la miccia, dato la spinta, poiché nulla accade “da sé”. Chi poi ha posto in movimento rotatorio, l’iniziale moto radiale dovuto all’esplosione. Chi? Chi? attendiamo una risposta.
Già che siamo in argomento, è opportuno dire che i pianeti sono “posti in movimento” dalle rispettive Gerarchie: Saturno dai Troni, Giove dalle Dominazioni, Marte dalle Virtù, il Sole dalle Potestà-Elohim, Venere – qui sopra citata da Dante – dai Principati, Mercurio dagli Arcangeli, Luna dagli Angeli, e la Terra dagli “Io degli Uomini”. Il CHI può così avere parziale risposta, poiché quanto detto ora è molto sintetizzato.
E ancora: CHI elabora i piani della creazione? Entità ancora superiori: la Divina Trinità! dai vari nomi a seconda delle epoche: Brahman fra Visnù e Shiva -– Osiride, Iside, Oro – Jahvé, Leviathan, Beemoth – Zeus, Cronos, Chton – o Padre, Figlio, Spirito Santo. In ogni caso di tratta di “elevate Entità Spirituali”. Il “movimento” – chiamiamolo così – della creazione è universale, nel senso che coinvolge tutti gli esseri viventi. L’animale, ad esempio, conferisce al neonato: forma-corpo, vita-corpo eterico, anima-corpo astrale, dopo di che lo abbandona quando è autosufficiente. L’uomo egualmente dà al figlio la forma corporea, la vita; con l’educazione l’anima e lo spirito, e poi lo lascia libero a se stesso.
L’artista poi è l’esempio più evidente della “creazione dal nulla”: però partendo dal lato opposto dello spirito:
— intuizione-idea…………alla quale conferisce
— l’anima………………….. “ “ aggiunge la
— vita……………………….. “ “ e dà
— forma-corpo……………. l’opera compiuta viene licenziata e consegnata al mondo.
Ora questo processo è il modello impresso a tutta la creazione dalla Divina Trinità, secondo l’operare di un’AZIONE INTELLIGENTE.
spirito spirito-Atma
Io Io cosciente
anima anima
corpo astrale Budhi
vita vita
corpo eterico Manas
morte
corpo fisico

Questo schema indica, in estrema sintesi, il processo evolutivo universale, del quale, siamo giunti, al presente, fino al quarto livello: una discesa, alla quale seguirà una risalita

Così per l’universo creato abbiamo le seguenti tappe:
– 1 – ESSERI – spirituali creatori governano l’universo
– 2 – loro MANIFESTAZIONE OGGETTIVA – si riflette nell’universo creato e nel movimento
– 3 – l’EFFETTO OPERANTE – come forza di inerzia del movimento originario
– 4 – l’ OPERA COMPIUTA – come immagine dell“attività creatrice intelligente” priva della
presenza divina”.
Oggi ci troviamo dinanzi l’Opera Compiuta della quale investighiamo motivi e leggi per comprenderla. Possiamo fare l’esempio di un orologio: prima vi è la concezione o concetto della “divisione del tempo giornaliero” in determinate unità; poi la ricerca dei mezzi tecnici opportuni; segue la realizzazione, entro la quale vi è l’operato intelligente dell’orologiaio che l’ha concepito e realizzato. Ora l’orologio è lì come oggetto abbandonato dal suo inventore: opera compiuta, nella quale si può ritrovare, a ritroso, tutto il lavoro compiuto dall’orologiaio, fino alla sua concezione razionale e al suo concetto.
A questo punto, subentra il compito dell’uomo: ricondurre la luce di un’intelligenza reden-
ta (vedremo in seguito il significato) nell’universo dal quale si è distaccata, grazie all’intervento del Cristo, la cui intelligenza è rimasta divina.
Nel caso specifico, questo studio, è una ricerca per comprendere l’ essere e la natura dell’ INTELLIGENZA.

Vediamo ora come l’umanità ha vissuto queste quattro tappe della sua evoluzione:
– 1 – nelle epoche primordiali le idee erano ricevute come per ispirazione – i pensieri erano “viventi”, sperimentati “nell’IO” e compenetrati di “anima” e di “spirito”. L’uomo non “pensava pensieri” ma percepiva Entità spirituali concrete, come dai miti e leggende. Era Spirito fra Spiriti.
– 2 – il “pensabile” era sperimentato nel “corpo astrale” e appare qualcosa di “vivente e animato”. Gli Esseri spirituali si nascondono e si manifesta il loro “riflesso” come “vita” compenetrata di “anima”. Vita dell’anima più vita della natura. Si cercano-percepiscono gli Esseri della natura – di natura astrale – che sono attivi nei processi naturali.
L’uomo prima viveva “entro il proprio essere, l’IO”; ora sta ancora “vicino” a se stesso ed alla sua origine.
– 3 – a questo livello sperimenta i pensieri entro il “corpo eterico” compenetrati di “vita” e raggiunge il culmine di questa esperienza durante l’epoca greca. Il greco sentiva agitarsi in sé la vita che pulsava anche fuori, nelle cose e negli eventi. Qui nasce l”aspirazione” alla libertà d’azione, nel senso che vi è il tentativo di svincolarsi dalla vita esterna a se stesso.
– 4 – i pensieri ricevono la loro impronta, il loro riflesso, nel fisico. L’uomo inizia a formarsi pensieri sulle percezioni, con immagini proprie: quindi sorge la possibilità della “libertà”. Così dal XV° secolo in poi, lo “spirito, l’anima e la vita”, vengono cancellati dal contenuto dei pensieri. Rimane l’”ombra astratta” aderente al corpo fisico. I pensieri possono avere, come oggetto di conoscenza, solo il corpo fisico, e qui sono reali; di conseguenza sorgo-
no le scienze della natura. Si manifesta l’azione di Michele nel corpo eterico affinché le “ombre-pensiero” acquistino vita.

Nel corso di questo itinerario, l’Intelligenza cosmica lentamente si distacca dalla sua matrice divina e si rivolge verso gli uomini. Ma lungo la linea di distacco dell’Intelligenza da “divina a umana”, si palesa il fatto che le “entità arimaniche” cercano di trarne profitto. Esse assorbono, diciamo così, l’intelligenza che discende verso l’umanità, e tentano di congiungervi il proprio essere, diventando così le “intelligenze più grandi, penetranti e complete” del cosmo.
Michele prevede che l’uomo debba incontrare tali entità arimaniche, ma teme che egli possa divenire loro preda. Perciò cerca di spingerle verso un piano più basso di quello umano. Per quanto concerne se stesso, avrà sempre Arimane sotto i piedi – come raffigurato in tantissimi dipinti – ma sarà lo stesso anche per gli uomini? saranno in grado di porre sotto di sé gli esseri arimanici?
Questa vicenda, così decisiva per il futuro dell’umanità, è stata già descritta nel capitolo 12° dell’Apocalisse:
“Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi Angeli combattevano contro il Drago. il Drago combatteva con i suoi Angeil, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il Grande Drago, il Serpente Antico, colui che chiamiamo Diavolo e Satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra, e con lui furono precipitati anche i suoi Angeli”.
E più avanti:
“Ma guai a voi terra e mare
perché il Diavolo è precipitato sopra di voi
pieno di grande furore
…………………..
Ora questa guerra e sue conseguenze si è svolta negli anni ’40 del secolo XIX°, con tutte le rivoluzioni e guerre che seguirono.
E questa è la “storia umana”.

ESSERE E AZIONE DELL’ ARCANGELO MICHELE

Fra le svariate Entità Spirituali che hanno concorso alla formazione dell’universo, ve n’è una particolare, in quanto è strettamente legata con l’elemento Intelligente dell’universo stesso: questa Entità è MICHELE. Suo compito è sempre stato di occuparsi dei destini dell’INTELLIGENZA COSMICA, della quale Egli è “ il Ministro”, il “Fiammeggiante Principe del Pensiero”, secondo una bella immagine di Rudolf Steiner.
Egli è l’Essere che, nell’evoluzione globale dell’universo, ha tenuto sempre conto dell’umanità confinata in un lontanissimo punto di esso. Viene in mente l’immagine lenticolare della nostra galassia, nella quale, proprio alla periferia, ha posto il sistema solare, in esso la nostra terra, e in questa l’umanità.

Come abbiamo già visto, in epoche antichissime esistevano solo “azioni di Dei”, soddisfatti dell’attività del proprio essere. Solo in un angolo di tale attività divina, si notava un barlume di “umanità” facente parte di tale attività. E l’Essere spirituale che aveva rivolto il suo sguardo su di essa, è Michele. Organizzava l’attività divina – da ministro – in
modo che l’umanità potesse sussistere: ed il Suo “modus operandi” era tale da essere imparentato con quanto, a suo tempo, l’umanità manifesterà come “intelligenza”: e qui è la Sua forza, nel senso che la Sua attività scorre nell’umanità come “idea ordinatrice intelligente moventesi nel ritmo”. Ecco dunque il Suo interessamento per l’uomo.
Egli desidererebbe un progresso nel campo dell’intelligenza: e questo consiste nel fatto che essa si concentrerà nell ”individualità umana” quale intelligenza “attuale” in via di divenire; mentre l’intero cosmo vive oramai di un’intelligenza “passata”.

Michele vorrebbe ancora che l’intelligenza – una volta diventata umana – potesse mantenere un rapporto costante con le entità divine. Così, per rimanere accanto all’oggetto della sua amministrazione, dal cosmo si è avvicinato all’umanità. E fin dall’VIII° secolo d.C. Egli è su questa via. Ma è pervenuto al Suo compito, propriamente solo alla fine del XIX° secolo, con l’assunzione della direzione del sistema solare quale “Spirito del Tempo”, a seguito della Reggenza di Gabriele.
Nei tempi antichissimi, quando le Entità Divine operavano nel cosmo e l’uomo era un prodotto della loro attività, Michele – sempre presente incontrastato nel Suo elemento –
operava quale mediatore fra la divinità e l’uomo.
Piu avanti nel tempo, nel secondo e terzo gradino della MANIFESTAZIONE ed EFFETTO OPERANTE – e qui si ha il dualismo fra Entità Creatrici e Opera-Creata – Michele si mantenne nell’ambito del divino-spirituale e cercò di mantenere l’umanità vicina ad esso.
E ancora, fece sempre il tentativo di preservare gli uomini dal vivere troppo intensamente nel mondo dell’EFFETTO OPERANTE – non più vivente – indicandogli l’essenza dell’Intelligen
za. E ora che essa è del tutto entro l’individualità umana, Michele non può agire costrin-
gendola, ma lasciandola libera. Nel mondo confinante col sensibile, Egli mostra se stesso in tutta la Sua luce e maestà, mostrando gli effetti nel presente dell’intelligenza del passato. L’uomo vive entro l’OPERA COMPIUTA, come essere “permeato da un IO”, in un mondo “non più permeato da Dio”.

Michele non si è mai appropriato dell’ìntellettualità ma l’ha solo amministrata, compene-
trato da essa: e compenetrandola fa sì che possa essere espressione del cuore e dell’anima, e l’accompagna col calore, coll’affetto. Pur essendo unito al contenuto “oggettivo” del mondo, non intromette nulla di “soggettivo”, di brama o desiderio.
La “logica” – che deriva dal “logos =, <logoica> – deve essere espressione di un” mondo” e non di “un essere”. E’ Sua virtù a che il Suo essere si conservi espressione di quello universale, e trattenere in sé tutto quanto di “individuale” può agitarsi.
Questo Suo essere è tutto rivolto ai grandi nessi cosmici, ed “è serio” in quanto riflette la
realtà del cosmo attraverso di Sé. Opera nel corso del tempo col calore del proprio essere e afferma sé stesso solo per affermare il mondo delle origini.
Quale “ministro dell’Intelligenza”, attraversa il cosmo rimanendo fedele ai Suoi compiti e desidera che l’Intellettualità fluisca attraverso il “cuore” degli uomini, come la “forza” che emanava nei primordi.

Il linguaggio delle “scienze naturali” corrisponde al distacco dell’Intelligenza dal divino-spirituale: e può passare nel campo arimanico, se viene ignorata la missione di Michele. Di
fatti, nella realtà, nelle scienze l’uomo lavora unicamente con l’OPERA COMPIUTA, senza alcun rapporto col Divino originario. Ma Michele opera in modo che tale “Scienza senza Dio”, possa sfociare in una concezione superiore adeguata allo spirito. E questo può avvenire con l’integrare la scienza naturale con quella spirituale.
Quando l’uomo, esplicando la sua libertà, conquistata nella concezione materialistica del mondo distaccata dal divino originario, cade nelle reti di Arimane, e viene assorbito nell’intellettualità come in una sorta di “automatismo spirituale”: perde se stesso e diventa un membro anonimo di una comunità anonima. Tutto il pensare rimane solo “esperienza del capo”, che lo separa dalla vita del “cuore e della volontà” e annulla la vita individuale. Perde sempre più l’espressione della sua vita interiore ed essenza umana, per il proprio essere egoistico: cercando se stesso si perde e si sottrae al mondo a cui nega l’amore. L’intelligenza muore nel corpo fisico e nel mondo dei sensi.

Arimane ha avuto un passato del tutto diverso. Si è staccato da lungo tempo dalla corrente evolutiva delle normali Entità spirituali, e si è posto. accanto ad esse, come “potenza cosmica indipendente”. Egli sta sì nel mondo degli altri Esseri spirituali, ma non ha alcuna relazione con essi, e vi si relaziona solo per mezzo dell’Intellettualità, per mezzo della quale può accostare l’uomo.
Essendosi appropriato dell’Intellettualità in un’epoca in cui “non poteva ancora interiorizzarla”, essa è rimasta una forza del tutto priva di collegamento col cuore, con l’anima, quindi “del tutto gelida”. E quando un uomo parla con una logica sì stringata ma anche spietata, in modo automatico e senza pietà e amore, è segno evidente del suo assoggettamento ad Arimane.

Egli tenta di conquistare lo “spazio” e così “spazializzare” il mondo, astraendolo dal “tempo e dal ritmo”, contrarlo “nell’attimo”, al quale assegnare valore di “eternità”. Tenta di raggrumare, fossilizzare l’elemento “temporale-ritmico-vitale”, in un altro a carattere “spaziale” dove vigono le qualità del “mondo fisico”.
Arimane agisce contraendo il “corpo del tempo – il corpo eterico”- impoverendolo in modo che esso si annulli di fronte al “corpo spaziale fisico”.
Contraffà il ritmo, contraendolo e meccanizzandolo, automatizzandolo, poiché privo di anima. Sostiene un “ritmo non-libero” che vorrebbe imporre al cosmo intero. Esempio di tale ritmo automatico è quello dei motori, delle macchine, della musica rock – e di tutta la musica “meccanica” – che propone un ritmo standardizzato, congelato, annichilito e automatico.
L’uomo che si affida ai “sensi”, vive solo l’attimo in cui percepisce. Il “prima” e il “dopo”, non fanno alcuna impressione sui sensi, e l’uomo è in balìa del mondo spaziale.
Se l’uomo non avesse “l’interiore sentimento del tempo”, della “memoria”, verrebbe precipitato nel caos, poiché la sola esperienza dello spazio non può dargli un giusto equilibrio. Vivrebbe solo nell “attimo presente”, legato alle percezioni fisiche.
Nel Faust, ancora nella scena dello “studio”, nel colloquio impegnativo di Faust con Mefistofele, nello stringere il patto, Faust esclama:
Qua la mano.
Dovessi dire all’attimo:
“Fermati dunque! sei così bello!”
allora gettami in catene,
allora accetterò la fine!
Questo ulteriore passo attesta il valore reale delle intuizioni di Goethe il quale, del tutto inconsciamente: o meglio nell’intuizione-ispirazione artistica, ha potuto cogliere l’aspetto di Arimane-Mefistofele qui trattato.
Altra caratteristica è questa: ha in sé la tenebra, che diffonde unitamente al gelo delle Sue intenzioni. Vorrebbe restringere “tutto il mondo nel Suo proprio essere”, rinnegando così il mondo che va oltre se stesso.

Si potrebbe sintetizzare un’azione dell’uomo con questi termini:
— se l’azione umana è mossa solo “dall’amore per l’azione in se stessa”, allora opera nel
senso di Michele
— se invece l’azione umana è mossa “dall’amore per se stesso” allora opera nel senso di
Arimane

Una cosa di “straordinaria importanza” è la seguente:
problema: “I pensieri che io ora mi sto facendo, sotto quale segno – quale Essere – stanno? Michele o Arimane?
– i pensieri vengono “offerti” all’uomo, sia da Michele che da Arimane. La “forma” è assolutamente la stessa, e non può che essere così. Si deve tener presente che Arimane è il “Grande Simulatore” che tiene molto a mescolare le cose. Sorge allora da domanda:
“Sono in grado, ho la capacità di “distinguere” la loro origine?” : è un grave dilemma!
– questa condizione, che sembrerebbe d’eccezione, è invece all’ordine del giorno. E’ compito dell’uomo, in questo caso, di rendersi così “sveglio e cosciente” da percepire l’Essere donatore. L’introspezione oggettiva di sé, dirà con chiarezza “se si è completamente desti” nel formulare un pensiero, oppure “semi-desti” o addirittura”sogna
ti. Se vi è partecipazione del “cuore” , del sentimento e, in caso di azione, della volontà, oppure è solo una questione di “fredda razionalità”.

Per contro Michele opera nel “tempo”, fedele alla Sua missione dei primordi. Vive nel mondo limitrofo al nostro: di movimento, di tempo, di ritmo, di vita.
L’esperienza del tempo è necessaria affinché – tramite il ricordo – il passato possa fluire nel presente, nel quale appunto “agisce il tempo”.
Se l’uomo vuol ritrovare il proprio essere, deve fare appello a forze non legate al sensi ed alle percezioni spaziali. Ecco il motivo per il quale il vero essere dell’uomo è sparito dalla scienza naturale spaziale.
Il vero ritmo organizza il tempo in successioni logiche umane e logiche universali. Quelle umane sono sempre “dipendenti dal respiro”: il ritmo-respiro è fondamentale nella vita umana in tutte le sue manifestazioni e, come esempio, quale forza portante della musica.
Ora, la macchina non respira!

Michele deve aiutare l’uomo a ripristinar